lunedì 30 ottobre 2017

Lactarius chrysorrheus Fr.
Cappello 40 – 80 mm, piano convesso, poi depresso, di colore giallo arancio, rosa aranciato, con zonature e guttule arancio-rossastre disposte in cerchi e con margine lobato; cuticola asciutta, brillante.
Lamelle adnate o appena subdecorrenti, fitte, forcate al gambo con numerose lamellule, da crema-giallastre a crema-ocracee.
Gambo 08-15 x 30-60, cilindrico o leggermente clavato, pruinoso in alto, biancastro.
Carne soda, biancastra, virante al giallo con odore debolmente fruttato e sapore amaro-acre.
Latice abbondante, bianco virante immediatamente al giallo con sapore astringente e leggermente acre.
Habitat boschi di latifoglie, molto comune
Commestibilità non commestibile per il sapore amaro e acre.
Note anche in autunno inoltrato, una delle ultime specie a fruttificare prima dell’ inverno. Si riconosce abbastanza facilmente per il cappello giallo aranciato e le zonature rossastre concentriche e il latice velocemente virante al giallo.





 Enzo Ferri

Castelli Romani, ottobre 2017

Ti potrebbe interessare
Lactarius pyrogalus

                                                                                                







         
Bibliografia:
Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento
Lactarius ( M. T. Basso ) - Mykoflora 

lunedì 23 ottobre 2017

Cystolepiota pulverulenta

Castelli Romani,ottobre 2017; foto di EnzoF

Sinonimi
Lepiota pulverulenta, Leucoagaricus pulverulentus, Pulverolepiota pulverulenta 

Poco diffuso, cresce isolato o in pochi esemplari nei boschi dei Castelli in autunno
Cappello biancastro, ricoperto da fitta pruina polverosa molto fragile e facilmente detersibile; lamelle libere, bianche, piuttosto fitte; gambo interamente ricoperto da una pruina polverosa fragile, ingiallente alla manipolazione; carne  biancastra, molto tenera che  si polverizza nel prenderla tra le dita. 

Non è un ritrovamento molto frequente, almeno per la mia esperienza anche se abbastanza costante nelle stazioni di crescita 

Current Name:
Cystolepiota pulverulenta (Huijsman) Vellinga

Position in classification:
Agaricaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi

EnzoF

                                                                                                                

lunedì 16 ottobre 2017

Abortiporus biennis

Abortiporus biennis (Bull.) Singer

[= Polyporus biennis, Daedalea biennis ] 

Sporofori generalmente muniti di un breve gambo, raramente sessili. Il cappello che può raggiungere i 15 cm di diametro, spesso confluenti, raramente singoli; superfice pileica ruvida, zonata, dapprima giallastra, poi bruno – rossaatra; Imenoforo a tubuli e pori, abbastanza ampi e angolosi, decorrenti sul gambo, biancastri; gambo eccentrico biancastro; carne spessa, fibrosa.

Habitat: cresce su legno morto di latifoglie, a volte anche apparentemente terricolo, ma sicuramente attaccato a radici interrate. Si riconosce per la tendenza a macchiarsi di bruno – rosso al tocco.

Poco frequente nei boschi dei Castelli Romani, dove cresce in estate avanzata e fino all’autunno.



Enzo Ferri

Castelli Romani, ottobre 2017

Ti potrebbe interessare
Trametes versicolor



                                                                                                        







Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento 

         

Coprinopsis melanthina

Nome attuale: 

Coprinopsis melanthina (Fr.) Örstadius & E. Larss.

 

Sinonimi:

Psathyrella melanthina (Fr.) Kits van Wav

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Psathyrellaceae

Genere Coprinopsis

Specie Coprinopsis melanthina

Cappello di medie dimensioni, di colore grigiastro e striato al margine in età avanzata; lamelle grigiastre da subito con riflessi rosati; gambo bianco con abbondante residuo miceliare alla base; odore e sapore nulli. Non commestibile. Cresce nei boschi dei Castelli Romani all'inizio dell'estate e in autunno.

Note: la crescita lignicola e le colorazioni rosate delle lamelle fanno pensare al genere Pluteus che hanno però lamelle libere. Coprinopsis melanthina è descritto come fungo poco comune, ma che in certi periodi, con condizioni favorevoli riesce a crescere in maniera copiosa.




Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2017

 

Ti potrebbe interessare

 

Candolleomyces candolleanus


                                                                                                                                                                                           






Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli

 

Aggiornamento, maggio 2021


lunedì 9 ottobre 2017

Stropharia coronilla

Castelli Romani,settembre 2017; foto di EnzoF

Sinonimi
Psilocybe coronilla, Agaricus coronilla

Cresce ai Castelli Romani in pochi esemplari nei prati ai margini del bosco, nel primo autunno
Cappello con largo umbone; cuticola di colore giallastro percorsa da fibrille radiali e senza resti velari; lamelle di colore violaceo con filo chiaro e denticolato; gambo chiaro con un anello effimero striato nella faccia superiore che si colora di viola con la maturazione delle spore; odore e sapore nullo

Specie praticola abbastanza comune e molto tipica nel suo aspetto.

Current Name:
Stropharia coronilla (Bull.) Quél.

Position in classification:
Strophariaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF

Ti potrebbe interessare:
Stropharia caerulea


lunedì 2 ottobre 2017

Il "Giallone"
L'estate appena trascorsa è stata la peggiore di sempre dal punto di vista meteorologico. Ci sono state 6/7 ondate di caldo africane terribili, di cui una nei primi giorni di agosto veramente eccezionale. 
Le temperature sono schizzate verso l'alto e, praticamente su tutta l'area dei Castelli sono stati battuti record di caldo storici, che mai erano stati toccati, neanche nell'estate 2003 ricordata per l'eccezionalità del caldo.
Questa estate torrida ha seguito un inverno siccitoso e mite che ha causato forti emergenze idriche su tutta la zona.
Naturalmente anche le culture hanno sofferto questa situazione drammatica; calo dei raccolti di frutta e verdura, in alcuni casi imponenti con grossi danni alle aziende e ai consumatori.

E tutto questo cosa c'entra con funghi? Eccome se c'entra. I funghi sono organismi viventi e come tali soffrono delle situazioni di caldo e di siccità, ma non tutti! Alcune specie, oltre che il caldo ( termofile ) amano la siccità ( xerofile ) e con il terreno infuocato basta un pò di pioggia per fruttificare. Hemileccinum impolitum è la specie xerofila per eccellenza
E così in questo ennesimo autunno poverissimo di funghi come succede ormai da diversi anni, il Giallone trova terreno fertile. Si ha una produzione abbondante anche se a zone e non diffusa uniformemente su tutto il territorio dei Castelli. Ma quello che colpisce è la qualità dei funghi, in condizioni strepitose, bellissimi e per nulla sofferenti, anzi sodi e grandi come mai mi era capitato di trovarli. Gambo sodo e grande che sorregge un cappello imponente, alla sezione nemmeno una larva, almeno visibile.




Hemileccinum impolitum è uno dei tanti funghi che nel corso degli anni è stato spostato in diversi generi: Boletus, poi Xerocomus, poi ancora Boletus. Oggi con le indagine molecolari è stato inserito in un genere a sè, che comprende solo due specie simili tra loro: Hemileccinum impolitum e Hemileccinum depilatus, rarissimo ai Castelli.


Enzo Ferri


Castelli Romani, settembre 2017



Ti potrebbe interessare 
Hemileccinum impolitim